Rieccoci con la prima intervista del 2014! Oggi facciamo un tuffo tra i ricami e i disegni di una giovane stilista appassionata, simpatica e dalle idee molto chiare. Attacchiamo bottone con Beatrice Caprarella!
Benvenuta Beatrice! Parlarci di te.
Beatrice: “Ho 23 anni, sono pugliese e vivo a roma da 5 anni circa. Nel 2012 mi sono diplomata in Fashion Design allo IED e mi sono specializzata nelle lavorazioni e nei ricami. Al momento lavoro nell’ufficio ricami di una casa di alta moda romana.”
A quali progetti hai partecipato?
“Ho partecipato a diversi progetti e concorsi, dai quali sono nate delle collezioni molto diverse tra loro. Allo IED ho disegnato collezioni uomo, maglieria, collezioni con tinture ed elementi ecosostenibili ispirati a forme e colori naturali e anche una collezione curvy! L’abbiamo creata proprio per capire cosa sta meglio alle donne morbide. Ho partecipato a diversi concorsi: uno nel quale dovevo ispirarmi a una Chevrolet d’epoca e un altro per Riccione nel quale si richiedeva di utilizzare pelle (in cuoio e pelliccia) per il 90% del capo! Lì mi sono divertita con lo Chevron, un disegno che consiste nell’inserire un filetto di pelle tra due tagli di pelliccia: in questo modo si creano effetti molto belli.”
Hai mai vinto?
“Sì: ho vinto il concorso del Teatro Olimpico di Roma per la realizzazione delle divise delle hostess e delle cassiere. Per quei modelli mi sono ispirata a La Dolce Vita!”
Qual è il progetto che ti ha appassionato di più?
“Sicuramente la mia tesi di laurea! Il progetto era ispirato al cinema muto degli anni ’20 con un particolare studio sulla rifrazione della luce su diversi tessuti. La mia donna di riferimento era l’attrice di quei tempi perché in quei film tutto era concentrato sull’immagine. Ho disegnato una collezione di 30 capi con diversi tessuti e materiali.”
Com’è nata la tua passione?
“Non saprei dirlo…ce l’ho da sempre! Ho sempre disegnato anche se ho studiato lingue!”
Il tuo stilista di riferimento?
“Il mio gusto è eclettico, mi piacciono molti stilisti ma posso mettere ai primi posti Karl Lagerfeld, Alexander Wang, Sarah Burton di Alexander McQueen e fin da piccola ho adorato Valentino e Moschino!”
Altre ispirazioni che non vengono dalla moda?
“Mi ispiro a tutto! Acquisto moltissime riviste, non solo di moda, e le distruggo per ritagliare tutto ciò che mi colpisce e mi affascina per poi ricomporli assecondando il mio gusto: foto, immagini, colori…mi ispiro molto anche al cinema.”
Abbinamenti preferiti?
“Ci sono tessuti che adoro e che abbinerei a tutto, come il velluto. Amo quelli con una bella riflessione della luce o strutturati come l’organza…e adoro mixarli in modo inaspettato.”
Qual è il tuo rapporto con la moda curvy?
“Da ragazza formosa, anche io sono stata complessata a lungo e mi sono sempre fatta molti problemi sull’abbigliamento personale…ma alla fine ho deciso di fregarmene! Oggi mixo e abbino abiti vintage, comprati magari a Porta Portese o di mia madre e mia nonna, a capi di Zara e H&M…il tutto seguendo il mio gusto.”
Se dovessi creare un capo curvy, quale sarebbe?
“Semplice: la camicia perfetta!! Io adoro le camicie ma nessuno ne ha ancora cucita una perfetta per chi ha il seno abbondante: quella che non si apre tra i bottoni!”
Qual è secondo te il capo irrinunciabile nel guardaroba di una donna?
“Il tubino, perché è già di per sé un outfit. Se poi lo abbini con gli accessori giusti puoi sempre creare qualcosa di particolare.”
Un consiglio a chi vuole intraprendere questa strada?
“Avere tanto sangue freddo! Bisogna imparare lavorando, partendo da com’è fatto un vestito per poterlo riprodurre alla perfezione. E’ una strada dura, ma se si ha la possibilità di intraprenderla e si ha talento bisogna farlo, perché le soddisfazioni arrivano e ripagano di tutta la fatica!”
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Stranamente non sogno un mio brand. Ogni anno, Chanel crea una collezione che riunisce i capi e gli accessori di piccoli laboratori artigianali che lavorano per i brand d’alta moda più famosi, piccoli tesori che rischiano di chiudere a causa della crisi. Grazie a questa collezione, che si chiama “Metiers d’art”, li finanzia e li mantiene in vita. Ma allo stesso tempo crea qualcosa di unico sotto l’ispirazione di un viaggio o di una città. Ecco: io sogno di lavorare a quella collezione. Sarebbe il coronamento di tutto ciò che ho fatto fino ad ora.”
In bocca al lupo, Beatrice! 😉
magica